Just Here Right There

Just Here Right There
Velut Luna

Tiger Dixie Band, “Just Here, Right There” Si tratta di un lavoro recentemente uscito per l’etichetta Velut Luna di Marco Lincetto. Con il gruppo affrontiamo da anni il repertorio del Jazz tradizionale e finalmente siamo approdati alla nostra prima realizzazione discografica. Il CD è organizzato in una serie di capitoli dedicati ad alcuni dei numi tutelari di questa musica: Scott Joplin, Jelly Roll Morton, Nick La Rocca, Louis Armstrong e Bix Beiderbecke. Il materiale non è però affrontato in maniera didascalica o strettamente filologica, benché tutto il materiale sia stato registrato in chiave completamente acustica (nemmeno la chitarra o il contrabbasso sono stati amplificati). Abbiamo cercato di darne una lettura personale e a corredo della musica vi è una racconto dello scrittore Andrea Manfredi che narra della storia di un emigrante italiano che intorno al 1915 si reca negli Stati Uniti; egli nulla sa del Jazz, ma per una serie di vicissitudini entra in contatto con le figure chiave poc’anzi citate. Da New York, accompagnato dalla musica di Joplin, si reca a New Orleans dove inizia a lavorare nel locale di Henry Matranga (lo stesso posto dove Louis Armstrong lavorava come lavapiatti). Lì conosce Morton, ma per lui quel mitico musicista non è altro che un sorriso con un brillante incastonato nei denti… e La Rocca, musicista che lo colpisce anche per il fatto che parla la sua stessa lingua (a questo proposito non tutti sanno che il primo disco della storia del Jazz, è stato inciso da un palermitano). Nel 1917 alla chiusura dello Storyville, il quartiere a luci rosse di New Orleans, il nostro si muove a Chicago insieme alla gran parte dei jazzisti rimasti ormai senza lavoro. E qui entra in contatto con Louis Armstrong e Bix Beiderbecke. Il disco si conclude con tre brani, in apparenza, stilisticamente diversi, ma che credo chiariscano il nostro punto di vista rispetto a questa musica: “Discland”, “The revenge of the elephant” e “Good Morning Blues”; il primo, di Maurizio Scomparin, benché basato su di una progressione di accordi moderna è inizialmente approcciato come un brano dixie, che progressivamente si libera dai consueti clichés interpretativi. Il secondo è un riarrangiamento ad opera dell’intera band di “Tiger Rag”; esso inizia in 5/4, poi passa in 3/4 per trasformarsi in un’orgia free dalla quale emerge il duello tra l’elefante (il basso tuba) e la tigre (la tromba). Il terzo, di Fiorenzo Zeni, è un solare brano swing che riporta la pace dopo la tempesta e idealmente accompagna le ultime parole del protagonista del racconto. Nel CD vi sono anche alcune tracce fantasma che sono altri piccoli non citati tributi a musicisti da noi amati. Questi omaggi sono accompagnati da suoni di navi, treni e agenti atmosferici che contribuiscono a contestualizzare il tutto. Era quindi nostra intenzione non fare il solito, ennesimo disco di musica dixieland, ma cercare di trovare una nuova forma per proporre questa musica senza cadere nel revivalismo. Era poi importante per noi porre l’accento sull’aspetto dell’emigrazione, poiché questo è a tutti gli effetti il jazz degli emigranti. Tutte le fotografie sono state scattate da Sergio Decarli lungo la vecchia ferrovia della Valsugana, che congiunge Trento a Venezia. Dal vivo il racconto viene letto da un attore, mentre nel disco il testo è riportato nel libretto per non appesantire troppo l’ascolto.